Ora che il tempo si è dilatato,
ora che è arrivato il momento di fermarsi,
ora che assaporo il piacere di una pausa,
ora che non ci sono le urgenze,
ora che non c'è più la scusa di rimandare,
ora che il “ritorno a casa” è diventato un decreto:
Che cosa è cambiato?
Che cosa ho visto che prima non vedevo?
Che cosa non vedovo che ora vedo?
Che cosa sto ascoltando che prima non udivo?
Come mi fa sentire tutto questo?
Che cosa voglio veramente?
Accolgliere il presente nella sua integrità, con la consapevolezza che esiste una verità assoluta che non si sbaglia.
Accogliere le ombre che mi fanno vedere l'oscurità, con la consapevolezza che dietro le nuvole c'è sempre il sole.
Accogliere le chiacchiere che sventolano parole senza senso, con la consapevolezza che nel silenzio svaniscono i rumori.
Accogliere i disegni dell'anima, con la consapevolezza di poterli colorare di vitalità.
Accogliere anche i NO, con la consapevolezza di poterli trasformare, senza la pretesa che diventino dei SI.