Caro Maestro,
Mentre mi preparo a scrivere questa lettera, sento nel sottofondo il motore di una macchina, come un rumore disturbante; sento un cancello che si chiude mentre sbatte; sento l’incalzare dei miei passi tra le foglie; sento il suono delle campane e piano piano mi focalizzo sulle mie sensazioni.
Sento ora il suono delle mie parole, accompagnate da tanta emozione, come un’espansione del respiro che va verso l’esterno e un respiro che va verso l’interno.
Rimango in ascolto di questo respiro che mi porta dentro e mi porta fuori.
Colgo l’occasione di questo speciale Vyasapuja per fare una riflessione su quella che è stata la mia trasformazione in questi anni da quando Ti ho incontrato la prima volta a Milano.
La scelta di venire ad abitare a Ponsacco, con Atmananda, è stata un punto di svolta per rendermi consapevole di quelle che sono le priorità nella vita. Un cambiamento che ha trasformato le mie abitudini, un modo per favorire alcuni aspetti e lasciarne andare altri.
I valori più importanti sono stati quelli di trascendenza, le emozioni superiori, come un anelito per incontrarsi e connettermi.
In questo tempo ho portato attenzione alla mia storia biografica individuale, al bisogno di famiglia, di riconoscere la mia appartenenza ad una famiglia di origine, la mia stirpe, e ad una famiglia spirituale in sintonia con quelle che sono state le mie scelte ‘affettive’.
Nel seguire questo anelito, nel dare priorità agli aspetti più sottili, che non si vedono, che sono più energetici, che non hanno a che fare con l’accumulo di cose, piuttosto nel vivere l’esperienza e fare discernimento sulla qualità delle esperienze.
Una domanda ricorrente: che cosa trattenere? Che cosa lasciare andare? Così come quando respiro … che cosa porto dentro, che cosa porto fuori e condivido nel mondo…
Alla luce dei Tuoi insegnamenti, nel mettere a fuoco priorità e affinità, la relazione con il Maestro Spirituale è un cardine portante.
Oggi è per me l’occasione per riconoscere l’aiuto che ho ricevuto, nell’avere trovato un punto di riferimento costante e ispirante e nei momenti di confusione, poter riconoscere quel filo che unisce e che nel tempo, per Misericordia Divina è diventato una corda.
Nei momenti di luce in cui prendo più consapevolezza di questa Realtà, allora gioisco. Sono queste scintille di gioia che desidero offrire a Te, come umile dono, in questa giornata che celebra il Tuo compleanno.
Momenti in cui la luce diventa calore, in una emozione che si esprime con parole scelte, nell’agire, nei colori di un fiore, nella fragranza di un profumo.
Questo desidero offrire: la consapevolezza di una relazione fatta di vibrazioni che non ha come anelito l’identificazione in un ruolo, bensì l’esperienza che muta e si trasforma; un’esperienza fatta di soffi e di passi leggeri, che rendono agibile un movimento senza appesantire; che rendono visibile il sentiero senza delimitare rigidamente i confini; che rendono respirabile l’aria senza che possa diventare stagnante.
L’accoglienza di una relazione che muta in un percorso fatto di onde, di sintonie, di percezioni, di note che corrispondono agli insegnamenti che ci hai offerto, che ci hai insegnato ad integrare nella vita per imparare a leggerli e realizzarli con il nostro vissuto.
Percepisco il consolidamento di ciò che c’è come un nutrimento liquido che posso sorseggiare ogni giorno, con la consapevolezza della divina presenza di cui è intriso.
Grazie, grazie, grazie.