C’era una volta un campo di grano, un' immagine che evoca il profumo del pane
Nella letteratura universale, l’uomo estrae il pane dalla terra, che è madre ed è simbolo di fertilità e di abbondanza. Nel mio immaginario, le spighe come gioielli dorati, chinano il capo. Si inchinano e ti fanno gli omaggi in segno di umiltà e reverenza. Un gesto che mi collega ad una tradizione antica. Secondo la cultura vedica, l’uomo offre il cibo alla divinità come atto di devozione, un invito ad offrire il pane a Dio, la fonte di un nutrimento divino.
“Essere buono come il pane”
La metafora del pane è presente in tante religioni, culture, nei linguaggi popolari di tutto il mondo, nella poesia, nella preghiera. Così come i chicchi del grano si disperdono nel tempo, per condividere solidarietà gli uomini condividono il pane in segno di amicizia.
Dividere il pane, che per essere consumato deve essere spezzato.
Narra Luca nel Vangelo: “Poi, preso un pane, lo spezzò dicendo…”
Il padre Nostro recita: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”
“A chi ti colpisce con le pietre tu rispondi con il pane”
Il pane con la sua fragranza è presente nella storia più antica quando si macinava fra due pietre la farina (una miscela di cereali) con dell’acqua, per poi cuocere l’impasto su una pietra cocente.
“Guadagnarsi il pane”
In Egitto l’esportazione del grano occupò un posto rilevante per l’economia.
Ancora oggi il frumento è sinonimo di denaro. Nel museo archeologico di Kars ci sono raffigurazioni di ancelle che macinano il grano e nella tomba di un noto sacerdote, che risale al 2400 prima di Cristo, ci sono rappresentazioni di lavori agricoli del grano.
Il covone di grano ha ispirato il sogno di Giuseppe, narrato nella Genesi:
“Ascoltate questo sogno che ho fatto. Noi stavamo legando i covoni in mezzo alla campagna quand’ecco il mio covone si levò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio”.
Nel Vangelo ci sono tanti altri simboli, che evocano lo spirito del grano:
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna”.
“Se il chicco di grano muore produce frutto”: passando attraverso il Fuoco divino, il chicco si trasforma per rinascere spiga.
La nascita di Gesù fu annunciata a Bet-lehem, che dall’ebraico si traduce con le parole “casa del pane”. La cittadina di Betlemme era circondata da campi di frumento ed era un granaio.
Una volta i contadini chiamavano il Natale “il giorno del pane”.
Con l’occasione delle feste natalizie, il pane dolce, ha nomi diversi a secondo delle regioni. Il più diffuso è il panettone milanese! A Roma si chiama pane giallo, a Bologna c’è il pane certosino, poi c’è il pampepato con il miele di Ferrara, il panforte di Siena, la pinza veneta, il panvisco a Bari, di origine turca, il pandoro di Verona.
Tu che pane preferisci?
Se ti piace il pane fatto in casa o hai fatto un corso per imparare a farlo, per ottenere un pane morbido e digeribile, avrai imparato che il segreto sta nella lievitazione, un tocco di ‘magia’ che mi stupisce ogni volta. La lievitazione è lenta e non sarà un caso se il ‘lievito madre' abbia una connotazione al femminile. Il pane lievitato naturalmente può durare più di una settimana.
Il ritorno alla panificazione familiare è una tendenza in crescita?
Un pane lavorato con le proprie mani oltre a dare grande soddisfazione può favorire il rilassamento.
Come si può riconoscere che il pane è cotto? Dal profumo!
Curiosità
Conosci l’albero del pane?
Se cuoci i suoi frutti, il gusto si avvicina molto alla consistenza del pane. Questi frutti indossano una scorza verde e ruvida, mentre all’interno la polpa è bianca e farinosa, sono ricchi di carboidrati e privi di glutine, contengono pochi grassi, ma tanti minerali, fibre e vitamine del Gruppo B.